Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
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ANTONIO NUNZIANTE'S FORUM :: DISCUSSIONI SUL MONDO DI ANTONIO NUNZIANTE :: DISCUSSIONI SU NUNZIANTE E LE SUE OPERE
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Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
Mi ha sempre incuriosito questa tecnica antica. Adesso che il maestro ha ufficializzato l'abbandono di questa tecnica, la cosa mi incuriosisce ancora di più.
Ho cercato in internet alcune nozioni di base che inserisco quale informazione base per me e per chi è interessato a questa bellissima tecnica.
NOZIONE BASE - Cos’è la tempera
Per tempera - o come si diceva in italiano arcaico “tèmpra” - si intende il modo con cui mescolare e far solidificare il colore attraverso l’uso di alcuni ingredienti. Il vocabolario della lingua italiana Zingarelli così definisce la tèmpera o tèmpra: “mescolanza di colori nella colla o nella chiara d’uovo, per dipingere su legno, gesso, tela e più specificatamente per le scene e decorazioni teatrali”. Qui sono indicati come veicoli la colla e la chiara dell’uovo. In realtà si commette un profondo errore, perché la chiara non è affatto l’elemento base della vera tempera all’uovo, come fa ben notare anche Eric Hebborn nel suo libro “Il manuale del falsario”. La tempera alla chiara d’uovo fu invece largamente usata per la miniatura e per i messali, nonché come vernice finale provvisoria, sfruttando la sua rapida capacità di essiccamento e indurimento.
Tempera o gouache? Nel corso del novecento il termine “tempera” ha perso il suo originario significato. Spesso recandoci dal nostro coloraio di fiducia sentiamo qualche studente - ma anche molti professionisti - chiedere: “ vorrei qualche tubetto di tempera”. In realtà costoro non chiedono dei colori a tempera, ma dei colori per gouache ( o per guazzo come si diceva un tempo). C’è una sostanziale e considerevole differenza tra tempera e gouache che intendiamo illustrarvi brevemente al fine di eliminare ogni equivoco.
La pittura a guazzo o gouache, fu nei secoli scorsi molto utilizzata, sopratutto in Francia, per l’esecuzione dei bozzetti preparatori per i lavori ad olio. Ma la sua diffusione è avvenuta a partire dall’ottocento, con il suo largo impiego nella cartellonistica pubblicitaria. Consiste nell’uso di pigmenti mescolati con colla, o gomma arabica (un tempo prevalentemente con la gomma dragante), e pigmento bianco ( in genere un bianco gessoso, costituito da carbonato di calcio, come il bianco comunemente chiamato a Roma “bianco medò”, storpiatura dialettale del cosiddetto bianco di Medoun. La caratteristica del gouache è che si abbassa notevolmente di tono, dopo che il colore si è asciugato.
La comodità del gouache risiede nella rapidità con cui si può lavorare, specialmente quando occorre dipingere soggetti destinati alla riproduzione tipografica (cartelli pubblicitari, manifesti ecc.), che grazie al breve tempo di lavorazione e alla caratteristica opacità, ben si adattano alla riproduzione tipografica e anche alle sollecitazioni del committente, che generalmente pretende il prodotto finito per il giorno precedente alla commissione!
Esistono diverse tecniche a tempera
La tempera a colla;
Ha avuto largo impiego in particolare nell’ambito della decorazione di pareti e più recentemente per la scenografia. La preparazione di questa tempera avviene mescolando i pigmenti con colle animali (colla di coniglio, colla di pesce, colla gelatina). La caratteristica positiva di questa tempera è la grande luminosità, ma la materia è piuttosto fragile e inoltre soggetta a lasciare macchie asciugandosi. Per le opere pittoriche si adatta in prevalenza per piccoli formati. La tempera a colla si prepara facilmente mescolando i pigmenti con colla gelatina o di coniglio sciolta in acqua calda. Purtroppo i toni di questa tempera mutano notevolmente dopo che il colore si è asciugato. Si possono fare delle buone tempere anche con la colla di farina, di questa tempera troverete la ricetta più avanti.
La tempera a cera:
Questa pittura è un sistema misto tra l’encausto e la tempera. Una sorta di encausto a freddo. Nel Medio Evo fu sperimentata l’introduzione della cera e delle resine nella pittura a tempera. E’ certo che produce una pittura molto resistente anche all’umidità. Per poter utilizzare questa tempera si doveva rendere la cera miscibile con l’acqua e per tale scopo veniva utilizzata la calce in funzione di alcale. In età moderna si è utilizzata allo stesso scopo l’ammoniaca.
La tempera all’uovo:
La tempera dei quattrocentisti italiani ci è stata tramandata grazie al “Libro dell’arte” del pittore e scrittore d’arte Cennino Cennini (1370-1440). In questo trattato l’autore descrive come gli artisti del tempo preparavano i supporti sui quali dipingere, come dipingevano, e particolarmente - per quello che interessa a noi - come si faceva la tempera (capitolo LXXII).
Il Cennini spiega che ci sono due maniere di fare la tempera, una migliore dell’altra. La prima consiste nel battere il tuorlo d’uovo con le mozzature dei rami di fico. Il liquido che fuoriesce dai giovani ramoscelli tagliati va mescolato al tuorlo d’uovo in quanto ritarda l’essiccazione dei colori sulla tavolozza, favorendo la coagulazione e la conservazione dell’uovo, pare inoltre che abbia un’azione antisettica.
Il secondo metodo indicato dal Cennini per fare la tempera è quello di mescolare il solo rosso d’uovo con i colori, e questa tempera è per l’autore buona per dipingere su qualsiasi superficie: muro, tavola o ferro.
Se avete possibilità di visitare un museo o una chiesa che custodisce tavole del quattrocento, potrete notare come il colore fosse steso per sovrapposizioni e rifinito a tratteggio finissimo. Ovviamente questa pittura richiede grande pazienza e destrezza, che si acquisiscono con l’esperienza diretta, la cosa più importante è non scoraggiarsi se i risultati iniziali non sono soddisfacenti.
Ho trovato queste due interessanti ricette per la creazione della tempera all'uovo:
- PRIMA RICETTA BASE
Gli ingredienti di tutte le tempere presentate vanno addizionati seguendo sempre l’ordine di successione.
La ricetta base per una tempera grassa è la seguente:
Tempera con olio di lino crudo
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaino di olio di lino crudo (nota 1)
1 cucchiaio di acqua
1 cucchiaino di grappa
(nota 1) l’olio di lino crudo può essere sostituito anche con quello di papavero o di noce.
-SECONDA RICETTA ALTERNATIVA
Tempera all’olio di papavero (ricetta De Chirico)
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaino di olio di papavero
1 cucchiaino di essenza di trementina o di petrolio
1/2 cucchiaino di glicerina bidistillata (nota 2)
1 cucchiaino d’acqua
1 cucchiaino di aceto (nota 3)
(nota 2) ho sostituito spesso la glicerina con del miele liquido, in quanto il miele ha lo stesso potere della glicerina di ritardare il prosciugamento del colore e inoltre a differenza di questa non altera i colori, ed è un prodotto naturale che troviamo anche al supermarket.
(nota 3) L’aceto si può sostituire con della grappa per poter utilizzare il bleu oltremare senza pericoli.
Questa era la tempera preferita dal De Chirico perché consente di lavorare anche su grandi superfici, è facile da preparare e dopo verniciata si ravviva ma non si scurisce.
Non ho mai chiesto al maestro quale tecnica usi per preparare la tempera all'uovo, e cosa aggiunge per evitare che si rovini nel tempo. Quando mi sono arrivate a casa delle tempere dipinte da pochi giorni, il loro odore era completamente diverso da quello degli oli su tela.
Chiedo agli amici che sono iscritti al forum e che dipingono:
qualcuno di voi l'ha mai realizzata manualmente, con qualche ricetta antica, dipingendo poi delle opere?
Ho cercato in internet alcune nozioni di base che inserisco quale informazione base per me e per chi è interessato a questa bellissima tecnica.
NOZIONE BASE - Cos’è la tempera
Per tempera - o come si diceva in italiano arcaico “tèmpra” - si intende il modo con cui mescolare e far solidificare il colore attraverso l’uso di alcuni ingredienti. Il vocabolario della lingua italiana Zingarelli così definisce la tèmpera o tèmpra: “mescolanza di colori nella colla o nella chiara d’uovo, per dipingere su legno, gesso, tela e più specificatamente per le scene e decorazioni teatrali”. Qui sono indicati come veicoli la colla e la chiara dell’uovo. In realtà si commette un profondo errore, perché la chiara non è affatto l’elemento base della vera tempera all’uovo, come fa ben notare anche Eric Hebborn nel suo libro “Il manuale del falsario”. La tempera alla chiara d’uovo fu invece largamente usata per la miniatura e per i messali, nonché come vernice finale provvisoria, sfruttando la sua rapida capacità di essiccamento e indurimento.
Tempera o gouache? Nel corso del novecento il termine “tempera” ha perso il suo originario significato. Spesso recandoci dal nostro coloraio di fiducia sentiamo qualche studente - ma anche molti professionisti - chiedere: “ vorrei qualche tubetto di tempera”. In realtà costoro non chiedono dei colori a tempera, ma dei colori per gouache ( o per guazzo come si diceva un tempo). C’è una sostanziale e considerevole differenza tra tempera e gouache che intendiamo illustrarvi brevemente al fine di eliminare ogni equivoco.
La pittura a guazzo o gouache, fu nei secoli scorsi molto utilizzata, sopratutto in Francia, per l’esecuzione dei bozzetti preparatori per i lavori ad olio. Ma la sua diffusione è avvenuta a partire dall’ottocento, con il suo largo impiego nella cartellonistica pubblicitaria. Consiste nell’uso di pigmenti mescolati con colla, o gomma arabica (un tempo prevalentemente con la gomma dragante), e pigmento bianco ( in genere un bianco gessoso, costituito da carbonato di calcio, come il bianco comunemente chiamato a Roma “bianco medò”, storpiatura dialettale del cosiddetto bianco di Medoun. La caratteristica del gouache è che si abbassa notevolmente di tono, dopo che il colore si è asciugato.
La comodità del gouache risiede nella rapidità con cui si può lavorare, specialmente quando occorre dipingere soggetti destinati alla riproduzione tipografica (cartelli pubblicitari, manifesti ecc.), che grazie al breve tempo di lavorazione e alla caratteristica opacità, ben si adattano alla riproduzione tipografica e anche alle sollecitazioni del committente, che generalmente pretende il prodotto finito per il giorno precedente alla commissione!
Esistono diverse tecniche a tempera
La tempera a colla;
Ha avuto largo impiego in particolare nell’ambito della decorazione di pareti e più recentemente per la scenografia. La preparazione di questa tempera avviene mescolando i pigmenti con colle animali (colla di coniglio, colla di pesce, colla gelatina). La caratteristica positiva di questa tempera è la grande luminosità, ma la materia è piuttosto fragile e inoltre soggetta a lasciare macchie asciugandosi. Per le opere pittoriche si adatta in prevalenza per piccoli formati. La tempera a colla si prepara facilmente mescolando i pigmenti con colla gelatina o di coniglio sciolta in acqua calda. Purtroppo i toni di questa tempera mutano notevolmente dopo che il colore si è asciugato. Si possono fare delle buone tempere anche con la colla di farina, di questa tempera troverete la ricetta più avanti.
La tempera a cera:
Questa pittura è un sistema misto tra l’encausto e la tempera. Una sorta di encausto a freddo. Nel Medio Evo fu sperimentata l’introduzione della cera e delle resine nella pittura a tempera. E’ certo che produce una pittura molto resistente anche all’umidità. Per poter utilizzare questa tempera si doveva rendere la cera miscibile con l’acqua e per tale scopo veniva utilizzata la calce in funzione di alcale. In età moderna si è utilizzata allo stesso scopo l’ammoniaca.
La tempera all’uovo:
La tempera dei quattrocentisti italiani ci è stata tramandata grazie al “Libro dell’arte” del pittore e scrittore d’arte Cennino Cennini (1370-1440). In questo trattato l’autore descrive come gli artisti del tempo preparavano i supporti sui quali dipingere, come dipingevano, e particolarmente - per quello che interessa a noi - come si faceva la tempera (capitolo LXXII).
Il Cennini spiega che ci sono due maniere di fare la tempera, una migliore dell’altra. La prima consiste nel battere il tuorlo d’uovo con le mozzature dei rami di fico. Il liquido che fuoriesce dai giovani ramoscelli tagliati va mescolato al tuorlo d’uovo in quanto ritarda l’essiccazione dei colori sulla tavolozza, favorendo la coagulazione e la conservazione dell’uovo, pare inoltre che abbia un’azione antisettica.
Il secondo metodo indicato dal Cennini per fare la tempera è quello di mescolare il solo rosso d’uovo con i colori, e questa tempera è per l’autore buona per dipingere su qualsiasi superficie: muro, tavola o ferro.
Se avete possibilità di visitare un museo o una chiesa che custodisce tavole del quattrocento, potrete notare come il colore fosse steso per sovrapposizioni e rifinito a tratteggio finissimo. Ovviamente questa pittura richiede grande pazienza e destrezza, che si acquisiscono con l’esperienza diretta, la cosa più importante è non scoraggiarsi se i risultati iniziali non sono soddisfacenti.
Ho trovato queste due interessanti ricette per la creazione della tempera all'uovo:
- PRIMA RICETTA BASE
Gli ingredienti di tutte le tempere presentate vanno addizionati seguendo sempre l’ordine di successione.
La ricetta base per una tempera grassa è la seguente:
Tempera con olio di lino crudo
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaino di olio di lino crudo (nota 1)
1 cucchiaio di acqua
1 cucchiaino di grappa
(nota 1) l’olio di lino crudo può essere sostituito anche con quello di papavero o di noce.
-SECONDA RICETTA ALTERNATIVA
Tempera all’olio di papavero (ricetta De Chirico)
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaino di olio di papavero
1 cucchiaino di essenza di trementina o di petrolio
1/2 cucchiaino di glicerina bidistillata (nota 2)
1 cucchiaino d’acqua
1 cucchiaino di aceto (nota 3)
(nota 2) ho sostituito spesso la glicerina con del miele liquido, in quanto il miele ha lo stesso potere della glicerina di ritardare il prosciugamento del colore e inoltre a differenza di questa non altera i colori, ed è un prodotto naturale che troviamo anche al supermarket.
(nota 3) L’aceto si può sostituire con della grappa per poter utilizzare il bleu oltremare senza pericoli.
Questa era la tempera preferita dal De Chirico perché consente di lavorare anche su grandi superfici, è facile da preparare e dopo verniciata si ravviva ma non si scurisce.
Non ho mai chiesto al maestro quale tecnica usi per preparare la tempera all'uovo, e cosa aggiunge per evitare che si rovini nel tempo. Quando mi sono arrivate a casa delle tempere dipinte da pochi giorni, il loro odore era completamente diverso da quello degli oli su tela.
Chiedo agli amici che sono iscritti al forum e che dipingono:
qualcuno di voi l'ha mai realizzata manualmente, con qualche ricetta antica, dipingendo poi delle opere?
Stefano- FORUMISTA FONDAMENTALE
- Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
ciao Stefano, complimenti per la spiegazione, la tempera all'uovo oggi è sostituita da prodotti industriali, tanti pittori hanno dei segreti, mescolano la tempera dei tubetti con altri ingredienti sperimentando alla ricerca di colori unici.
Io ad esempio, trovo la tempera molto piatta e anni fà sono arrivato a dei colori consistenti mischiando tempera, vino bianco e MAPELASTIC ( una malta cementizia bicomponente elastica per impermeabilizzazioni ed incollaggi impermeabili di balconi e piscine), pittura pastosa e corposa con colori fuori dagli schemi.
Oggi sono pochi gli artisti che hanno tempo e voglia di cimentarsi in questa antica tecnica, che appartiene quasi esclusivamente al cerchio dei restauratori......
e al maestro Nunziante
Io ad esempio, trovo la tempera molto piatta e anni fà sono arrivato a dei colori consistenti mischiando tempera, vino bianco e MAPELASTIC ( una malta cementizia bicomponente elastica per impermeabilizzazioni ed incollaggi impermeabili di balconi e piscine), pittura pastosa e corposa con colori fuori dagli schemi.
Oggi sono pochi gli artisti che hanno tempo e voglia di cimentarsi in questa antica tecnica, che appartiene quasi esclusivamente al cerchio dei restauratori......
e al maestro Nunziante
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
Il mapelastic Massimo, ma come ti è venuta questa idea?
Ma davvero un materiale come questo cemento, gommoso e sintetico può essere adatto per la pittura, quando a me risulta che sia piuttosto complicato anche da posare a causa delle temperature di esercizio del prodotto?
Qualche mese fa, nel corso di una riunione tecnica con alcuni professionisti del settore, siamo arrivati a valutare che il prodotto va posato con molta attenzione e bravura, perché altrimenti come impermeabilizzante non viene garantito nelle coperture di lastrici solari, terrazze o balconi.
La tempera che hai impastato, che di sicuro restava molto materica ed essendo cemento tendeva ad indurire velocemente, come hai fatto ad applicarla rapidamente senza che cristalizzasse essendo composta di resine?
A proposito la tempera che hai mischiato al vino e al mapelastic, a cosa era?
Quarda la scheda di presentazione tecnica:
MAPELASTIC è una malta bicomponente a base di cementi, inerti selezionati a grana fine, additivi speciali e polimeri sintetici in dispersione acquosa, secondo una formula sviluppata nei laboratori di ricerca MAPEI. Miscelando i due componenti si ottiene un impasto scorrevole facilmente applicabile anche in verticale in spessore fino a 2 mm in una sola mano. MAPELASTIC, grazie all’elevato contenuto di resine sintetiche e alla loro qualità, possiede una eccellente adesione su tutte le superfici in calcestruzzo e muratura; dopo indurimento crea uno strato flessibile ed impermeabile a CO2, SO2, cloruri e solfati.
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
AVVISI IMPORTANTI • Non utilizzare MAPELASTIC per riporti di grosso spessore (maggiori di 2 mm per mano). • Non applicare MAPELASTIC con temperatura inferiore a +8°C. • Non aggiungere a MAPELASTIC cementi, inerti o acqua. • Proteggere dalla pioggia o da venute d’acqua accidentali nelle prime 24-48 ore dalla posa.
Se è efficace anche in pittura, come in edilizia, la Mapei ti ringrazierà a vita.
Le opere saranno impermeabilizzate per sempre.....
Ma davvero un materiale come questo cemento, gommoso e sintetico può essere adatto per la pittura, quando a me risulta che sia piuttosto complicato anche da posare a causa delle temperature di esercizio del prodotto?
Qualche mese fa, nel corso di una riunione tecnica con alcuni professionisti del settore, siamo arrivati a valutare che il prodotto va posato con molta attenzione e bravura, perché altrimenti come impermeabilizzante non viene garantito nelle coperture di lastrici solari, terrazze o balconi.
La tempera che hai impastato, che di sicuro restava molto materica ed essendo cemento tendeva ad indurire velocemente, come hai fatto ad applicarla rapidamente senza che cristalizzasse essendo composta di resine?
A proposito la tempera che hai mischiato al vino e al mapelastic, a cosa era?
Quarda la scheda di presentazione tecnica:
MAPELASTIC è una malta bicomponente a base di cementi, inerti selezionati a grana fine, additivi speciali e polimeri sintetici in dispersione acquosa, secondo una formula sviluppata nei laboratori di ricerca MAPEI. Miscelando i due componenti si ottiene un impasto scorrevole facilmente applicabile anche in verticale in spessore fino a 2 mm in una sola mano. MAPELASTIC, grazie all’elevato contenuto di resine sintetiche e alla loro qualità, possiede una eccellente adesione su tutte le superfici in calcestruzzo e muratura; dopo indurimento crea uno strato flessibile ed impermeabile a CO2, SO2, cloruri e solfati.
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
AVVISI IMPORTANTI • Non utilizzare MAPELASTIC per riporti di grosso spessore (maggiori di 2 mm per mano). • Non applicare MAPELASTIC con temperatura inferiore a +8°C. • Non aggiungere a MAPELASTIC cementi, inerti o acqua. • Proteggere dalla pioggia o da venute d’acqua accidentali nelle prime 24-48 ore dalla posa.
Se è efficace anche in pittura, come in edilizia, la Mapei ti ringrazierà a vita.
Le opere saranno impermeabilizzate per sempre.....
Stefano- FORUMISTA FONDAMENTALE
- Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
Stefano ha scritto:
Se è efficace anche in pittura, come in edilizia, la Mapei ti ringrazierà a vita.
Le opere saranno impermeabilizzate per sempre.....
Ora ho capito perchè Nunziante ha comunicato che non produrrà più tempere all'uovo.
Ha deciso di dedicarsi alle tempere al mapelastic!
Così potranno essere appese anche fuori casa, non solo dentro!
axis- FORUMISTA FONDAMENTALE
- Data d'iscrizione : 15.11.09
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
il mapelastic ha il diritto d'autoreaxis ha scritto:Stefano ha scritto:
Se è efficace anche in pittura, come in edilizia, la Mapei ti ringrazierà a vita.
Le opere saranno impermeabilizzate per sempre.....
Ora ho capito perchè Nunziante ha comunicato che non produrrà più tempere all'uovo.
Ha deciso di dedicarsi alle tempere al mapelastic!
Così potranno essere appese anche fuori casa, non solo dentro!
poi il tocco
viene dato dal vinello bianco
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
Rebecca ha scritto:
il mapelastic ha il diritto d'autore
poi il tocco
viene dato dal vinello bianco
Il vinello bianco mi sa che l'hai ingurgitato tu prima di avere l'idea del mapelastic...
ma come ti è venuta in mente una genialata del genere?
Tu si che sei un vero sperimentatore dell'arte!
axis- FORUMISTA FONDAMENTALE
- Data d'iscrizione : 15.11.09
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
axis ha scritto:Rebecca ha scritto:
il mapelastic ha il diritto d'autore
poi il tocco
viene dato dal vinello bianco
Il vinello bianco mi sa che l'hai ingurgitato tu prima di avere l'idea del mapelastic...
ma come ti è venuta in mente una genialata del genere?
Tu si che sei un vero sperimentatore dell'arte!
ho sempre dato molta importanza ai materiali che trovavo, da mettere in secondo piano il risultato finale, la cosa più divertente è lavorare con materiali che non sono i soliti tubetti, allora mi son sempre dilettato con colle, polveri, cementi, cere, plastiche e tanti altri materiali.
Queste tecniche richiedono una preparazione lunga e certosina, poi l'esecuzione deve essere rapida e senza ripensamenti.
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
axis ha scritto:Stefano ha scritto:
Se è efficace anche in pittura, come in edilizia, la Mapei ti ringrazierà a vita.
Le opere saranno impermeabilizzate per sempre.....
Ora ho capito perchè Nunziante ha comunicato che non produrrà più tempere all'uovo.
Ha deciso di dedicarsi alle tempere al mapelastic!
Così potranno essere appese anche fuori casa, non solo dentro!
buona questa.....
Stefano- FORUMISTA FONDAMENTALE
- Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
Il maestro Nunziante nello speciale del 9 aprile 2005, realizzato con un filmato nel suo studio, spiega a tutti come realizza la sua tempera di base.
Esistono due tipi di tempere:
- la tempera magra, fatta con la caseina;
- la tempera grassa fatta con il rosso dell'uovo.
Lui nel filmato mischia il tuorlo d'uovo con dei pigmenti rossi e verdi, mischiandoli poi per fare il bruno e poter iniziare la base del quadro Arcadia, quel 30 x 40 che lui dipinge in diretta nel filmato.
Mischia i due colori con acqua distillata e parte con il dipinto; queste alcune foto:
La continuazione del filmato con l'opera ad olio sarà inserito nello speciale in amarcord, a dopo...
Esistono due tipi di tempere:
- la tempera magra, fatta con la caseina;
- la tempera grassa fatta con il rosso dell'uovo.
Lui nel filmato mischia il tuorlo d'uovo con dei pigmenti rossi e verdi, mischiandoli poi per fare il bruno e poter iniziare la base del quadro Arcadia, quel 30 x 40 che lui dipinge in diretta nel filmato.
Mischia i due colori con acqua distillata e parte con il dipinto; queste alcune foto:
La continuazione del filmato con l'opera ad olio sarà inserito nello speciale in amarcord, a dopo...
Stefano- FORUMISTA FONDAMENTALE
- Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Parliamo di tecnica: la tempera; segreti di una tecnica antica.
Volevo segnalare (su giusta richiesta dell'artista Bruno Pierozzi) che Stefano ha citato alcuni brani sulla tecnica della tempera da lui scritti e scaricabili gratuitamente per tutti nel suo sito: http://pierozziartediretta.it/
Un saluto all'artista.
Un saluto all'artista.
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